“Ci sono passato”.
Sono stato in quel non luogo che è la perdita. Quello strappo più o meno improvviso di fronte al quale la mente si arresta, perchè le mancano i riferimenti, i parametri.
Qualcuno che non rivedremo più, MAI più. Il pensiero razionale semplicemente non lo accetta.
Inizialmente, forse, nemmeno il corpo.
Il lutto è un’esperienza che ognuno elabora in modo personalissimo, per il quale tempo e spazio cessano di avere un senso o, quantomeno, lo stesso senso di un attimo prima.
“Ci sono passato” diventa come un grido: solo se si è perso qualcuno si è davvero in grado di comprendere e chi ne fa esperienza rivendica, a volte, di essere il solo a sapere come stanno le cose.
Credo che ognuno debba fare il suo percorso, ma con la consapevolezza che non c’è nulla di più universale della perdita. Tutto scorre, tutto cambia, tutto passa.
Per questo è importante condividere e trovare nell’altro quello sguardo e quelle parole che forse non riusciamo ad avere noi.