Nelle ultime settimane ho seguito conferenze e video di studiosi, relatori e terapeuti provenienti da formazioni diverse: neuroscienziati, praticanti buddisti, scrittori, terapeuti (italiani e stranieri). Che si parlasse di trauma, di compassione o di autoconsapevolezza, un concetto sempre emergeva trasversalmente, assumendo forza e centralità: l’ampiezza (spaciousness).
Ampiezza è quella modalità dell’essere che include, che fa spazio anche alla contraddizione, alla complessità e all’ombra. Quando siamo nel dolore, nella frammentazione e quando ci sentiamo emotivamente sopraffatti, la strategia più funzionale è escludere, lasciare da parte, contrarsi. Questa reazione ha una sua intelligenza nella misura in cui protegge e nasconde, ma l’area di sofferenza che tendiamo a escludere tenderà a riemergere, chiedendo di essere integrata.
Inclusione e appartenenza sono aspetti centrali nei percorsi di Counseling e Costellazioni Familiari, perché non puntano tanto alla “guarigione” come a un eliminare ciò che non va, quanto al com-prendere: entrare nel sentire (attraverso il corpo), abbracciare l’interezza delle proprie esperienze ed integrarle per procedere su un percorso nuovo e pacificato.
*per approfondimenti vedi www.lionsroar.com, https://pockeproject.org, www.mindandlife.org