Ringrazio Thomas Huebl per questa immagine: la vita è un fiume in continuo movimento. Seguirne il fluire opponendo meno resistenze possibili è fondamentale, perché laddove il fiume comincia a ghiacciare a seguito di esperienze difficili e critiche, creerà un substrato sul quale si depositeranno le successive esperienze, generando accumulo, immobilità e pesantezza. 

Quando dunque inizia a nevicare, se la neve cade su un fiume ghiacciato si depositerà andando ad inspessire lo strato di ghiaccio. Se, al contrario, il fiume scorre, la neve si scioglierà nell’acqua corrente.

Questa capacità di restare fluidi e coltivare il contatto con ciò che attraversiamo e che ci attraversa è fondamentale per rispondere agli eventi che viviamo ed integrarli, perché possiamo rispondere solo a ciò che sentiamo

Quando invece ci sedimentiamo nel congelamento, nell’esclusione e nella scarsità non possiamo stare in relazione con il nostro vissuto, né dargli un nome.

Il primo passo per restare fluidi è essere aperti e curiosi nei confronti di quei processi che ci difendono da ciò che percepiamo come troppo/tutto insieme/troppo in fretta ( i tratti distintivi degli eventi vissuti come traumatici), perché solo riconoscendone l’intelligenza ed esplorandoli, senza averne paura, possiamo attivare quel processo di “scongelamento” che ci riporta in contatto con la vita ed il suo fluire.

Because we feel we can respond