Tradizione e Tradimento, oltre ad essere il titolo di una canzone di Niccolò Fabi, sono termini che esprimono la tensione che anima ogni membro di un sistema familiare. 

La radice “tradere” è la medesima ed esprime una consegna, un trasmettere che va oltre, un passaggio. Potremmo pensare che tradizione e tradimento siano due movimenti opposti e in qualche modo lo sono, perchè nel momento in cui tradisco consegno ad altri, opero un passaggio che esce dagli schemi precostituiti della tradizione, di ciò che deve rimanere uguale a se stesso per poter sopravvivere nell’oltre. Tradimento è ciò che mette in crisi il discendente proprio in quanto portatore del nuovo e lo costringe ad una scelta. 

Ma potremmo anche dire che il tradimento non può nascere se non in seno alla tradizione, dunque ciò che la continuità ha trasmesso, restando sempre uguale a se stessa, può essere irrorato di nuova linfa; si può operare uno spostamento, una consegna e in qualche modo anche uno svelamento di nuove possibilità. 

In questa prospettiva il tradimento non ha una connotazione morale chi tradisce non è cattivo ma è autentico. Proprio perchè proviene da una determinata tradizione sa e sente che, solamente facendo germogliare il nascosto che la tradizione porta in seno, è possibile aprire nuovi luoghi e nuove esperienze, che consegnino il discendente a se stesso, al suo essere pioniere.